Nel precedente articolo abbiamo visto che in PMC esiste una assoluta e reale parità di trattamento fra uomini e donne.

Pensiamo tutti che questa sia la normalità per un’azienda che vive nel 2020 a Milano, con la prospettiva di esserci ancora per molto tempo e, parimenti, crescere ancora tanto.

Ma nelle società evolute, la parità di trattamento sui razionali è per fortuna un dato abbastanza acquisito (abbastanza, non del tutto).

Ne parliamo con Cristiana Salvagno, responsabile HR di PMC Plus

Cristiana, tu pensi che anche da questo punto di vista PMC possa essere considerata un’azienda virtuosa? E soprattutto, che cosa si deve fare per evitare di cadere nei vecchi giochi di rapporti di forza tra uomini e donne che lavorano nello stesso ambiente?

Si, penso di poter dire che la nostra è senza dubbio una realtà virtuosa. In un contesto lavorativo come il nostro, la gestione del gruppo è fondamentale in quanto l’individuo cambia il modo di vedere se stesso in relazione all’altro e si sente valorizzato se sente di dare un contributo fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo comune. In questa realtà lo “scontro” uomo – donna perde la motivazione di esistere. Noi lavoriamo tanto per rafforzare il concetto di gruppo, indipendentemente dal genere, lavorando su concetti chiave: il concetto di appartenenza, che fa sentire i dipendenti più uniti; il concetto di identità, che valorizza le caratteristiche del singolo individuo e il concetto di coesione e collaborazione tra gli individui.

 Pensa a una donna che deve gestire una famiglia in cui c’è un compagno, dei figli e magari genitori e suoceri; deve creare un senso di appartenenza per tenere unita la famiglia, tener conto di tutte le identità in modo che tutti si sentano unici e speciali e creare un clima di collaborazione in modo che tutti si sentano utili. Pensi che dopo un tale allenamento possa cadere nella tentazione di giocare a braccio di ferro con un uomo?

Una persona in gamba è in gamba a prescindere dal genere ma ritengo che le donne abbiano una marcia in più per quello che ti ho detto prima, sono più allenate!

Cara Cristiana, che le donne siano più capaci di sdoppiarsi ad agire su piani completamente diversi… beh, ne sono convinto da sempre, e come me qualsiasi uomo che non sia cieco e sordo…

Gianluca, a te invece voglio fare una domanda per chi è abituato a lavorare con le donne. Secondo te cosa può dare in più la componente femminile dell’azienda? Quali sono le sensibilità femminili che permettono di migliorare la qualità del servizio di un’azienda come PMC?

Caro Vittorio, temo di deluderti, non ti dirò nulla sulla componente femminile!

Non lo farò perché non credo che ci siano caratteri o componenti che possono essere attribuiti in modo assoluto al femminile oppure al maschile oppure, ancora, a generi meno nettamente binari.

Sono convinto, invece, che quello che va valorizzato e che deve essere oggetto di parità sia ogni singolo individuo, nessuno prima, nessuno escluso.

Hai ragione, però: per puntare all’eguaglianza degli individui, in questo momento storico, è necessario restituire spazio e dignità a quegli individui che sono stati, troppo spesso e per troppo tempo, oggetto di discriminazione nei comportamenti, nelle responsabilità, nella considerazione, nei diritti e nelle retribuzioni. E tra questi individui ci sono molte donne.

Ora, nel nostro mestiere è importante saper mediare tra le regole e le procedure (delle aziende) e le necessità (dei clienti); per farlo servono sensibilità alle esigenze dell’interlocutore, competenza, competenza su processi e procedure ed equilibrio.

Credo che queste non siano caratteri tipicamente femminili ma che, forse e proprio per la condizione storica di scarsa parità, molte donne hanno saputo sviluppare più degli uomini.

E, ricordiamocelo, il 70% dei nostri colleghi sono donne.

 In definitiva, Vittorio, credo da una parte che tutti gli individui con questi caratteri possano essere portatori di miglioramento e di mantenimento dell’elevata qualità dei nostri servizi e, dall’altra, che PMC PLUS stia dando un contributo importante alla parità individuale e – di conseguenza – di genere.

Molto bene, poiché però non vogliamo fare uno “spottone” pubblicitario e auto celebrativo dell’Azienda, a breve faremo un’indagine interna su questi temi, tra i nostri colleghi e collaboratori, e pubblicheremo i risultati che riguardano la parte toccata in questa breve intervista a Cristiana e Gianluca.